Home Arte senza tempo Il Cesendello: una luce nel Rinascimento veneziano

Il Cesendello: una luce nel Rinascimento veneziano

Tra i tesori nascosti dell’arte vetraria veneziana, il cesendello brilla di luce propria. Questa raffinata lampada ad olio in vetro, il cui nome deriva dal latino “cicindela” (lucciola), illuminava chiese, palazzi e dimore private durante il Rinascimento, diffondendo non solo una luce soffusa, ma anche un messaggio di prestigio e devozione. I pochi esemplari sopravvissuti testimoniano la maestria dei vetrai muranesi nel creare oggetti di straordinaria eleganza e complessità tecnica. Con i loro corpi cilindrici slanciati, le decorazioni a smalto e oro, e i preziosi elementi in metallo, i cesendelli rappresentano il connubio perfetto tra arte e funzionalità. 

Simbolo di luce e purezza

Oltre al loro ruolo pratico di illuminazione, i cesendelli avevano un profondo significato simbolico. Nelle chiese, queste lampade erano spesso collocate davanti alle icone della Vergine Maria o sospese sopra gli altari, a rappresentare la luce divina che guida le anime verso la vita eterna.

Il vetro cristallino con cui erano realizzati, orgoglio dei maestri muranesi, non era solo espressione di lusso, ma anche di purezza. La trasparenza del vetro alludeva alla verginità di Maria e alla luce spirituale che illumina le tenebre.

Un’evoluzione nelle forme

Attraverso le rappresentazioni dei cesendelli nella pittura rinascimentale, possiamo seguire l’evoluzione delle loro forme nel corso del XV secolo. Dalle semplici lampade a bicchiere, riccamente montate, si passa a corpi sempre più allungati e cilindrici, sospesi da catene e sormontati da cupole per proteggere i soffitti dal fumo.

Artisti come Giovanni Bellini, Marco Marziale e Vittore Carpaccio ci regalano dettagliate rappresentazioni di questi oggetti, mostrandoci come venivano utilizzati negli interni delle chiese veneziane. Spesso collocati in posizioni prominenti, i cesendelli fungevano anche da offerte votive, commissionate per occasioni speciali.

Tra Oriente e Occidente

L’uso delle lampade in vetro sospese affonda le sue radici nel vicino Oriente, da dove si diffuse in Europa attraverso i contatti commerciali e culturali. Venezia, crocevia tra Oriente e Occidente, svolse un ruolo chiave in questo scambio.

Affascinante è la presenza, in molti dipinti, di un uovo di struzzo appeso al cordone sopra la lampada. Questo elemento, derivato dall’uso nelle moschee e nelle sinagoghe orientali, assumeva molteplici significati simbolici: creazione, resurrezione, nascita verginale. Un intreccio di culture e tradizioni che si fondevano nella raffinata arte del vetro muranese.

Un’eredità di luce e bellezza

Oggi, i rari cesendelli sopravvissuti sono testimoni silenziosi di un’epoca in cui l’arte vetraria veneziana raggiungeva vette di ineguagliabile maestria. Questi oggetti, che un tempo illuminavano chiese e dimore, continuano a brillare di una luce propria, riflettendo il genio creativo e la spiritualità di un’epoca d’oro.

Ammirando un cesendello, non possiamo che restare incantati dalla sua fragile bellezza, immaginando la luce calda e soffusa che diffondeva negli spazi sacri e profani del Rinascimento veneziano. Una luce che, come la fiamma di una lucciola, continua a risplendere attraverso i secoli, illuminando la nostra comprensione e il nostro apprezzamento per quest’arte antica e meravigliosa.

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