L’affascinante storia di Marietta Barovier e l’invenzione della rosetta muranese
L’invenzione della rosetta
Fu così che Marietta, forte delle conoscenze ereditate dal padre e della propria creatività, si dedicò alla sperimentazione di nuove tecniche vetrarie. La sua intuizione più brillante fu l’invenzione delle canne vitree a più colori, con sezioni a stella o a fiore, che presero il nome di “rosette“.
Queste canne, composte da vetri di diversi colori sapientemente accostati, potevano essere tagliate in sezioni per creare piccoli cilindri forati, i “paternostri a rosette“, destinati alla produzione di raffinati gioielli in vetro. Ma il vero genio di Marietta fu intuire le potenzialità decorative di queste canne anche per i vetri soffiati.
I primi “millefiori” muranesi
Tagliando le canne a rosetta in piccole sezioni e fondendole sulla superficie incandescente di un oggetto in vetro, Marietta creò una decorazione straordinaria, fatta di mille fiorellini multicolori. Nacquero così i primi vetri “millefiori“, che stupirono per la loro bellezza e complessità.
Oldani, maneghi da coltelli, secchietti, scudellini: molti oggetti usciti dalla fornace di Marietta sfoggiavano questi decori floreali, divenendo presto ricercatissimi e contribuendo ad accrescere la fama della vetreria muranese nel mondo.
L’eredità di Marietta nelle murrine contemporanee
L’arte delle rosette ideata da Marietta Barovier gettò le basi per lo sviluppo delle murrine, che ancora oggi rappresentano una delle tecniche più iconiche e apprezzate del vetro di Murano.
Le murrine contemporanee, evoluzione delle antiche rosette, sono canne di vetro che racchiudono disegni e motivi astratti o figurativi, ottenuti attraverso una complessa lavorazione a più strati di vetro colorato. Tagliate in sezioni, le murrine vengono poi fuse per creare oggetti dal decoro ipnotico e caleidoscopico.
Dalle tradizionali ciotole e vasi, fino a gioielli, sculture e installazioni d’arte contemporanea, le murrine continuano ad affascinare per la loro bellezza senza tempo. Designers e artisti del vetro reinterpretano questa tecnica antica in chiave moderna, dando vita a creazioni uniche che fondono tradizione e innovazione.
Così, l’eredità di Marietta Barovier rivive ogni giorno nelle sapienti mani dei maestri vetrai muranesi, che con passione e dedizione portano avanti un’arte secolare, reinventandola con estro e creatività. In ogni murrina brilla un po’ dello spirito pionieristico di Marietta, del suo amore per la sperimentazione e del suo desiderio di creare bellezza attraverso il vetro.
Un’icona dell’arte vetraria al femminile
La figura di Marietta Barovier, seppur avvolta nell’alone della leggenda, rappresenta un faro per tutte le donne che, nei secoli, hanno contribuito all’arte vetraria muranese. La sua storia ci ricorda che il talento e la passione non conoscono barriere di genere, e che l’innovazione spesso nasce da uno sguardo diverso sulla tradizione.
Oggi, visitando le fornaci di Murano, non è raro incontrare giovani artigiane che, come Marietta, si dedicano con amore e dedizione a questo mestiere affascinante. Nelle loro mani, l’antica arte delle rosette e delle murrine si rinnova giorno dopo giorno, dando vita a creazioni che incantano per la loro bellezza senza tempo.
Così, la leggenda di Marietta Barovier continua a ispirare e a trasmettere la magia del vetro di Murano, ricordandoci che l’arte è un linguaggio universale capace di unire passato, presente e futuro in un’unica, meravigliosa danza di luce e colore.